Chi è Felice Carlo Besostri

Felice Besostri, avvocato, già sindaco, già senatore, negli ultimi anni il battagliero capofila degli avvocati del gruppo “anti-italikum”, che hanno promosso in vari Tribunali italiani i ricorsi necessari per far pronunciare la Corte Costituzionale sulla incostituzionalità delle leggi elettorali "porcellum" e "italikum". Che sono state, infatti, dichiarate incostituzionali.


Nel 2005 veniva approvata la legge elettorale poi chiamata "porcellum", una vera e propria porcata, a detta del suo stesso proponente Calderoli, a danno di chi in quel momento nel Parlamento era minoranza.

Felice Besostri, nel 2008, con gli avvocati Claudio Tani e Aldo Bozzi, hanno iniziato un’azione, promossa inizialmente da 27 cittadini elettori di ogni parte d’Italia, per l’accertamento del diritto di votare in conformità alla Costituzione (un resoconto dettagliato dello stesso Besostri è QUI). Sono riusciti alla fine, nel 2014, a far pronunciare la Corte Costituzionale sulla legge: e la Corte ha dato loro ragione.

Dopo aver vinto la guerra anti-porcellum, Besostri con gli "avvocati anti italikum" ha ingaggiato un nuovo scontro puntando sull'incostituzionalità anche dell'italicum. La strategia processuale prescelta stavolta fu quella di promuovere 23 ricorsi contro la legge elettorale presso altrettanti tribunali di città capoluogo di distretto di Corte d’Appello, in modo da massimizzare la probabilità che qualcuno di essi portasse la legge davanti alla Consulta. E la Corte ha nuovamente dato loro ragione, dichiarando incostituzionale l'italicum prima ancora che venisse usato per una tornata elettorale.

Il Parlamento ha votato allora a colpi di voti di fiducia, contro l'Art. 72 della Costituzione, la terza legge elettorale incostituzionale, legge Rosato o "Rosatellum"(incostituzionale per liste totalmente bloccate, voto congiunto obbligatorio di liste plurinominali e candidati uninominali, premio di maggioranza nascosto, mancato rispetto percentuali seggi proporzionali e maggioritari), con il preciso scopo di blindare in parlamento alcuni partiti e di toglierci il diritto di scegliere i nostri rappresentanti. 

Per far giudicare anche il Rosatellum dalla Corte Costituzionale, Felice Besostri ha predisposto una serie di ricorsi analoga a quelli usati contro l'Itaicum

Il problema è che, nelle azioni contro le precedenti leggi elettorali, tutte le spese legali necessarie ad impugnare l'italikum presso 22 sedi di Corti d'Appello, e permetterne il rinvio alla Corte Costituzionale, sono state sostenute personalmente dallo stesso Besostri, adoperando il suo vitalizio di ex Senatore, perché riteneva di doverlo restituire in qualche modo alla comunità e non usarlo per incrementare il suo patrimonio. 

Ma il vitalizio è stato tagliato in una misura per cui quella fonte di risorse non è più disponibile.

Per questo è stato costituito il Comitato per la Rappresentanza parlamentare: cittadini, preoccupati che un Parlamento eletto con una legge incostituzionale ci propini una sua nuova Costituzione con ridotte tutele democratiche, approvata a colpi di voti di fiducia, si sono attivati per raccogliere i fondi necessari: alcune decine di migliaia di euro.


Per approfondire:


Cosa ha fatto sinora Felice Besostri





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