La
situazione
Da
ben 15 anni a noi cittadini è negato il pieno diritto di voto (leggi Breve
storia delle leggi elettorali)
e cioè di
scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento: i parlamentari
vengono fatti eleggere dalle segreterie di partito e sottostanno a un
“patto di candidatura” che, una volta eletti, funzionerà come un
vero e proprio vincolo di mandato, in sostanziale violazione del
dettato costituzionale (Cost.Art.67).
I
Parlamentari sanno bene infatti che, se vogliono sperare di essere
rieletti, devono privilegiare gli interessi delle segreterie dei
partiti che li hanno nominati, anziché l’interesse della Nazione
che ciascuno di loro dovrebbe individualmente rappresentare, in
totale libertà di coscienza.
In
questa condizione noi cittadini elettori come anche i nostri
rappresentanti eletti in Parlamento non contribuiamo a determinare la
politica del Paese, che rimane in mano alle sole segreterie dei
partiti e, per manifestare la nostra disapprovazione verso la
politica delle segreterie, possiamo soltanto cambiare partito.
Il
prezzo della mancanza di una reale e forte rappresentanza
parlamentare dei
cittadini è altissimo, sia sul versante della società civile che su
quello politico:
-
un numero crescente di
cittadini, ormai sfiduciati, si disinteressa della politica del
Paese e nemmeno vota, mentre gli altri, a caccia di nuove risposte
politiche o di altre ipotetiche utilità, votano di volta in volta
partiti diversi indipendentemente dalle loro idealità: instabilità
politica
-
senza il sostegno diretto dei
propri elettori, un numero sempre maggiore di parlamentari “cambia
casacca”, alla ricerca di coerenza con le personali convinzioni o
solo per la “poltrona”, quale che sia il partito in grado di
garantirgliela. Tutto ciò produce fragilità del sistema politico,
irresponsabilità dei parlamentari e grandi difficoltà di
pianificazione dello sviluppo del Paese: ingovernabilità.
Instabilità politica e
ingovernabilità
che viviamo da troppo tempo.
I
partiti politici
I
partiti politici si
sono dimostrati incapaci di rappresentare la Nazione e, a ben vedere,
sembrano ormai divenuti essi stessi vittime dell’enorme potere che
si sono attribuiti con le leggi elettorali degli ultimi anni e che è
gestito esclusivamente dalle “segreterie”.
La
logica del “sistema elettorale” di liste bloccate al 100%,
pluricandidabilità e voto congiunto, inaugurato nel 2005 dalla legge
nota come Porcellum, ha indotto le segreterie dei partiti, chi più
chi meno, a preferire i candidati vicini alle segreterie piuttosto
che i candidati espressi dai territori.
In
questo modo, i partiti hanno abdicato al ruolo di mediazione tra
cittadini e istituzioni, hanno perso le radici popolari che
storicamente ne hanno costituto forza e dinamismo, hanno perso la
dialettica interna e la necessaria capacità di rinnovamento,
risultando per lo più corpi estranei alla società e lontani dalla
vita reale.
La
riduzione del numero dei parlamentari e la rappresentanza
Dopo
il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari
tutti (sostenitori
del SI’, sostenitori del NO, partiti di maggioranza e partiti di
opposizione) hanno dichiarato che stabilità, governabilità e
rispetto della nostra Costituzione democratica, debbano passare
attraverso il ripristino della rappresentanza parlamentare.
è
stato anche dichiarato che il ripristino della rappresentanza
parlamentare debba avvenire attraverso una nuova legge elettorale e
questo di per sé è un giudizio esplicito sul fatto che la
elettorale, nota come Rosatellum, col quale è stato votato l’attuale
Parlamento non rispetta adeguatamente i requisiti della
rappresentanza. è
noto infatti che il
Rosatellum ripropone, senza adeguate correzioni, le caratteristiche a
causa delle quali la Corte Costituzionale ha giudicato
incostituzionali le precedenti leggi note come Porcellum e Italicum.
Anche
la legge elettorale in discussione, nota come Brescellum (dal nome
del relatore onorevole Brescia), che adotta la formula proporzionale,
ripropone le caratteristiche delle leggi precedenti.
Per
correggere il Brescellum, molti propongono di “eliminare le liste
bloccate” dimenticando che esse non hanno da sole tutta la
responsabilità della mancanza di rappresentanza e una buona parte di
essi propone di “reintrodurre le preferenze”, dimenticando che di
per sé le preferenze non garantiscono la rappresentanza.
Anzi
fino all’altro ieri, le preferenze venivano ritenute una ragione
del degrado politico nella Prima Repubblica allo stesso modo in cui
oggi si dice che le liste bloccate lo siano nella Seconda Repubblica.
Ad
ogni modo, non solo non è stato raggiunto alcun accordo sulle
modifiche da apportare alla proposta Brescellum ma anzi si riapre
persino la discussione sulla stessa formula elettorale. Il risultato
è che, in assenza di accordo sulla nuova legge elettorale, si
prospetta da più parti la possibilità di tornare a votare con il
Rosatellum (
per
adeguarlo al numero ridotto dei Parlamentari)
negando ogni
dichiarazione fatta a favore del ripristino della rappresentanza.
Ripristinare
e assicurare nel tempo la rappresentanza parlamentare
In
relazione alle proposte in campo per ripristinare e assicurare nel
tempo la rappresentanza, ricordiamo che:
- non basta eliminare le liste bloccate
(*)
- non basta introdurre le preferenze
- non basta adottare semplicemente una formula proporzionale
- non basta nemmeno una buona legge elettorale
perché
nessuna legge elettorale, a causa del suo rango di legge ordinaria,
potrà mai impedire che d’ora in poi una qualsiasi risicata ed
estemporanea maggioranza parlamentare possa approvare una nuova legge
elettorale che violi i requisiti della rappresentanza e ci sottragga
nuovamente il diritto di scegliere i nostri rappresentanti in
Parlamento.
Nell’attuale
situazione politica, in cui si può persino temere di essere
costretti a tornare in breve al voto con una legge fondatamente
sospettata di essere incostituzionale, la
preliminare verifica di legittimità costituzionale della legge
elettorale da parte della Corte diviene prioritaria e urgente.
Infatti
se si votasse con una legge elettorale priva della garanzia di
legittimità costituzionale, tenuto anche conto della riduzione del
numero dei parlamentari, potrebbe verificarsi il paradosso che: un
Parlamento votato con una legge incostituzionale avrebbe il potere di
modificare la Costituzione
e per di più con limitate maggioranze relative. Questo metterebbe in
serio pericolo la nostra stessa democrazia.
Ecco
perché occorre agire presto ed in modo incisivo, ecco perché il
Comitato per la rappresentanza parlamentare e tutte le organizzazioni
che ne condividono lo scopo contano sull’attivo supporto di noi
cittadini!
LA
GARANZIA DI LEGITTIMITA’ DELLA LEGGE ELETTORALE
per
noi cittadini significa
la
garanzia del pieno diritto di voto
e
di scelta non obbligata dei nostri rappresentanti in Parlamento
per
i parlamentari e il Parlamento significa
garanzia
di rappresentatività e possibilità di svolgere il mandato
istituzionale.
Noi crediamo che la “garanzia
di legittimità costituzionale della legge elettorale” sia un
diritto dei cittadini, che dovrebbe essere assicurato da una
specifica norma di legge dello Stato, che non esiste.
Abbiamo deciso di avviare le
azioni legali “i ricorsi” in qualità di semplici cittadini per
non essere costretti a votare di nuovo con una legge incostituzionale
che viola il nostro pieno diritto di voto.
Dette azioni sono espressione
dell’iniziativa di noi cittadini “soggetti rappresentati”, che
intendiamo attuare, nell’unico modo che ci è concesso, ciò che
abbiamo chiesto ai nostri rappresentanti in Parlamento con la
petizione parlamentare del 15 ottobre 2020 (leggi la petizione)
I ricorsi per la “verifica
della legittimità costituzionale della legge elettorale vigente”
sono affidati all’esperienza e alla passione civica dall’avvocato
Felice Carlo Besostri, che ha già coordinato quelli nei confronti
del Porcellum e dell’Italicum, e saranno replicati nel maggior
numero possibile di tribunali, almeno 40, in funzione dei fondi
raccolti dal comitato PER LA RAPPRESENTANZA parlamentare.
Proponiamo a noi tutti di
sostenere le azioni legali come comunità dei cittadini con la
partecipazione attiva e il sostegno economico.
Con dette azioni legali
promosse da noi cittadini avviamo la strada per restituire dignità
al nostro Parlamento, alla politica e al nostro Paese perché il
Parlamento è lo specchio del Paese e
un
Parlamento migliore rappresenta un Paese migliore
teniamolo sempre a mente