Composizione del Comitato Promotore del Referendum

 COMUNICATO STAMPA

COSTITUITO IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELUM

Roma, 18 aprile 2024

Si è costituito il 17 aprile, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum.

Ne dà notizia l’ex senatore liberale Enzo Palumbo che, con Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco e in sinergia col compianto sen. Carlo Felice Besostri, ha curato la stesura dei quesiti referendari

Il comitato promotore è presieduto da Elisabetta Trenta, presidente d’onore è Giorgio Benvenuto, la vicepresidenza è affidata a Vincenzo Palumbo, Raffaele Bonanni, Sergio Bagnasco. La segreteria organizzativa è affidata a Riccardo MastrolilloLuigi Spanu e Thomas Agnoli. Il tesoriere è Pietro Morace.

Tra i numerosi componenti, Enzo Paolini, Marco Cappato, Nella Toscano, Paolo Antonio Amadio, Nicola Bono, Erminia Mazzoni, Mario Walter Mauro, Francesco Campanella, Mauro Vaiani, Matteo Emanuele Maino.

 

Martedì 23 aprile, alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle firme.


L’ufficio Stampa del Comitato Referendario Per La Rappresentanza

Per info e contatti

info@iovoglioscegliere.it

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Si costituisce il Comitato referendario contro il "Rosatellum"

 


COMITATO REFERENDARIO PER LA RAPPRESENTANZA 

COMUNICATO STAMPA 


SI COSTITUISCE IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELLUM 

Roma, 17 aprile 2024

Si costituisce oggi, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum

Ne dà notizia l’ex senatore liberale Enzo Palumbo che, con Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco e in sinergia col compianto sen. Carlo Felice Besostri, ha curato la stesura dei quesiti referendari.

Martedì 23 aprile, alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle firme. 


L’ufficio Stampa del Comitato Referendario Per La Rappresentanza

 Il “Comitato per la Rappresentanza parlamentare” ha iniziato una raccolta fondi per sostenere le azioni legali condotte dall'Avvocato Felice Carlo Besostri e la sua squadra di "Avvocati anti-italikum", per raggiungere il risultato che d’ora in poi ogni legge elettorale sia sottoposta alla Corte Costituzionale, affinché ne verifichi la legittimità costituzionale, prima delle elezioni, garantendo che sia rispettato il diritto di noi cittadini ad essere rappresentati ed il diritto dei nostri rappresentanti in Parlamento a rappresentarci in piena autonomia e libertà di coscienza.



Il nostro obbiettivo in sintesi

Il “Comitato per la rappresentanza parlamentare” ha lo scopo di raccogliere fondi per sostenere le azioni legali necessarie a far sì che d’ora in poi ogni legge elettorale sia sottoposta alla Corte Costituzionale, affinché ne verifichi la legittimità costituzionale prima delle elezioni e garantisca che sia rispettato il diritto di noi cittadini ad essere rappresentati, così come il diritto dei nostri rappresentanti in Parlamento a rappresentarci in piena autonomia e libertà di coscienza.


La garanzia del nostro pieno diritto di voto è determinante per la qualità e la rappresentatività dei nostri parlamentari, la legittimità ed il ruolo del Parlamento quale istituzione centrale della nostra democrazia, l’effettiva sovranità di noi cittadini sulle scelte della nostra Repubblica.

Per approfondire: 
perché e come del Comitato


Contribuisci a sostenere le azioni del Comitato! 


Le azioni pianificate in sintesi

Tre sono i temi/obiettivo delle azioni legali:

  1. avviare immediatamente, in qualità di cittadini rappresentati in Parlamento, un ricorso alla Corte Costituzionale, per ottenere “la verifica di legittimità costituzionale della legge elettorale vigente” (Rosatellum e sue integrazioni) da estendere a qualsivoglia modifica e nuova legge elettorale;

  1. verificare la viabilità giuridico-costituzionale di una norma per cui “un Parlamento, eletto con una legge elettorale priva della verifica preventiva di legittimità costituzionale, abbia poteri limitati alla sola ordinaria amministrazione fino all'esito positivo di detta verifica, essendone disposto lo scioglimento e il ricorso a nuove elezioni in caso di esito negativo”;

  1. evidenziare come la tutela della rappresentanza parlamentare, possa essere assicurata grazie a una “Legge sulla rappresentanza” indipendente dalla formula elettorale e sovraordinata a qualsivoglia legge elettorale, legge che si ponga quale valida alternativa all’innalzamento di rango della legge elettorale da ordinario a costituzionale.

Lo scopo di queste azioni è impedire di essere ancora costretti ad andare a votare con una legge elettorale incostituzionale e di ottenere che ci venga restituito il pieno diritto di voto, sottrattoci dal 2005 a partire dalla legge nota come Porcellum: il successo di queste azioni ci consentirà di tornare finalmente a scegliere i nostri rappresentanti e ad avere un Parlamento legittimo.


Le azioni legali saranno condotte da un pool di avvocati coordinati dall’Avv. Felice Carlo Besostri, che presenteranno ricorsi in circa 50 tribunali nazionali, al fine di aver maggiori probabilità di ottenere un pronunciamento di merito da parte della Corte Costituzionale.


Per approfondire:

Cosa ha fatto sinora Felice Besostri

Cosa intende fare Felice Besostri


Contribuisci a sostenere le azioni del Comitato! 


Le ragioni del Comitato in sintesi

15 anni di leggi elettorali alla ricerca della governabilità hanno trasferito la rappresentanza parlamentare dai cittadini ai partiti, con l’evidente risultato che la Seconda Repubblica è più ingovernabile della Prima Repubblica.


Delle tre leggi elettorali approvate dal 2005 ad oggi, due sono state successivamente dichiarate incostituzionali per carenza di rappresentanza dei cittadini e quella attualmente in vigore, non ancora sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale, riproduce meccanismi di rappresentanza analoghi a quelli delle precedenti.


Votare di nuovo con una legge elettorale priva della garanzia di legittimità costituzionale riguardo alla rappresentatività del Parlamento, confermerebbe la situazione attuale e metterebbe in serio pericolo la nostra democrazia. è inoltre ampiamente condiviso che, in concomitanza con la riduzione del numero dei parlamentari, la rappresentanza sia il tema centrale della riforma del sistema elettorale.

Non deve più avvenire che, per far valere il nostro pieno diritto di voto contro una cattiva legge elettorale, noi cittadini siamo costretti a ricorrere alla Corte Costituzionale, con tutti gli ostacoli della procedura e con l’attesa di anni per ottenere la sentenza.

Il Comitato per la rappresentanza parlamentare opera affinché d’ora in poi la Corte Costituzionale debba verificare, ben prima delle elezioni, se la legge elettorale rispetta i requisiti della rappresentanza parlamentare.


Per approfondire:


Contribuisci a sostenere le azioni del Comitato! 

Chi è Felice Carlo Besostri

Felice Besostri, avvocato, già sindaco, già senatore, negli ultimi anni il battagliero capofila degli avvocati del gruppo “anti-italikum”, che hanno promosso in vari Tribunali italiani i ricorsi necessari per far pronunciare la Corte Costituzionale sulla incostituzionalità delle leggi elettorali "porcellum" e "italikum". Che sono state, infatti, dichiarate incostituzionali.


Nel 2005 veniva approvata la legge elettorale poi chiamata "porcellum", una vera e propria porcata, a detta del suo stesso proponente Calderoli, a danno di chi in quel momento nel Parlamento era minoranza.

Felice Besostri, nel 2008, con gli avvocati Claudio Tani e Aldo Bozzi, hanno iniziato un’azione, promossa inizialmente da 27 cittadini elettori di ogni parte d’Italia, per l’accertamento del diritto di votare in conformità alla Costituzione (un resoconto dettagliato dello stesso Besostri è QUI). Sono riusciti alla fine, nel 2014, a far pronunciare la Corte Costituzionale sulla legge: e la Corte ha dato loro ragione.

Dopo aver vinto la guerra anti-porcellum, Besostri con gli "avvocati anti italikum" ha ingaggiato un nuovo scontro puntando sull'incostituzionalità anche dell'italicum. La strategia processuale prescelta stavolta fu quella di promuovere 23 ricorsi contro la legge elettorale presso altrettanti tribunali di città capoluogo di distretto di Corte d’Appello, in modo da massimizzare la probabilità che qualcuno di essi portasse la legge davanti alla Consulta. E la Corte ha nuovamente dato loro ragione, dichiarando incostituzionale l'italicum prima ancora che venisse usato per una tornata elettorale.

Il Parlamento ha votato allora a colpi di voti di fiducia, contro l'Art. 72 della Costituzione, la terza legge elettorale incostituzionale, legge Rosato o "Rosatellum"(incostituzionale per liste totalmente bloccate, voto congiunto obbligatorio di liste plurinominali e candidati uninominali, premio di maggioranza nascosto, mancato rispetto percentuali seggi proporzionali e maggioritari), con il preciso scopo di blindare in parlamento alcuni partiti e di toglierci il diritto di scegliere i nostri rappresentanti. 

Per far giudicare anche il Rosatellum dalla Corte Costituzionale, Felice Besostri ha predisposto una serie di ricorsi analoga a quelli usati contro l'Itaicum

Il problema è che, nelle azioni contro le precedenti leggi elettorali, tutte le spese legali necessarie ad impugnare l'italikum presso 22 sedi di Corti d'Appello, e permetterne il rinvio alla Corte Costituzionale, sono state sostenute personalmente dallo stesso Besostri, adoperando il suo vitalizio di ex Senatore, perché riteneva di doverlo restituire in qualche modo alla comunità e non usarlo per incrementare il suo patrimonio. 

Ma il vitalizio è stato tagliato in una misura per cui quella fonte di risorse non è più disponibile.

Per questo è stato costituito il Comitato per la Rappresentanza parlamentare: cittadini, preoccupati che un Parlamento eletto con una legge incostituzionale ci propini una sua nuova Costituzione con ridotte tutele democratiche, approvata a colpi di voti di fiducia, si sono attivati per raccogliere i fondi necessari: alcune decine di migliaia di euro.


Per approfondire:


Cosa ha fatto sinora Felice Besostri





Contribuisci a sostenere le azioni del Comitato! 

Cosa ha fatto sinora Felice Besostri

Quest’uomo mite, che vorrebbe passare più tempo con i suoi nipotini, è Felice Besostri, avvocato, già sindaco, già senatore, negli ultimi anni il battagliero capofila degli avvocati del gruppo “anti-italikum”, che hanno promosso in vari Tribunali italiani i ricorsi necessari per far pronunciare la Corte Costituzionale sulla incostituzionalità delle leggi elettorali "porcellum" e "italikum". Che sono state, infatti, dichiarate incostituzionali.

 


Nel 2005 veniva approvata la legge elettorale poi chiamata "porcellum", una vera e propria porcata, a detta del suo stesso proponente Calderoli, a danno di chi in quel momento nel Parlamento era minoranza.
Felice Besostri, nel 2008, con gli avvocati Claudio Tani e Aldo Bozzi, hanno iniziato un’azione, promossa inizialmente da 27 cittadini elettori di ogni parte d’Italia, per l’accertamento del diritto di votare in conformità alla Costituzione (un resoconto dettagliato dello stesso Besostri è QUI). Sono riusciti alla fine, nel 2014, a far pronunciare la Corte Costituzionale sulla legge: e la Corte ha dato loro ragione.

Ma nel frattempo, con il Porcellum erano stati eletti tre Parlamenti: nel 2006, nel 2008 e nel 2013. E l'ultimo è ancora in carica: la Corte Costituzionale non ha il potere di sciogliere un Parlamento illegittimo.

Un Parlamento rispettoso della Costituzione e dei cittadini avrebbe ripristinato una legge elettorale costituzionale e chiesto al Capo dello Stato di tornare al voto.

Il Parlamento eletto nel 2013, invece, invece:

  •     Ha approvato uno stravolgimento della Costituzione:  che saggiamente i cittadini hanno bocciato, votando NO al referendum del 4 dicembre 2016.
  •     Ha approvato una nuova legge elettorale, "italicum", chiaramente incostituzionale. Su questa legge il Governo ha posto la questione di fiducia, CONTRO l'articolo 72 della Costituzione. 

Dopo aver vinto la guerra anti-porcellum, Besostri con gli "avvocati anti italikum" ha ingaggiato un nuovo scontro puntando sull'incostituzionalità anche dell'italicum. La strategia processuale prescelta stavolta fu quella di promuovere 23 ricorsi contro la legge elettorale presso altrettanti tribunali di città capoluogo di distretto di Corte d’Appello, in modo da massimizzare la probabilità che qualcuno di essi portasse la legge davanti alla Consulta. La questione preoccupava talmente palazzo Chigi, da aver costituito una sorta di unità di crisi centrale alla quale le avvocature dello Stato sul territorio dovevano riferire in corso d’opera tutti i dettagli delle cause.

E la Corte ha nuovamente dato loro ragione, dichiarando incostituzionale l'italicum prima ancora che venisse usato per una tornata elettorale..

Lo stesso Parlamento ha votato allora a colpi di voti di fiducia, contro l'Art. 72 della Costituzione, la terza legge elettorale incostituzionale, legge Rosato (incostituzionale per liste totalmente bloccate, voto congiunto obbligatorio di liste plurinominali e candidati uninominali, premio di maggioranza nascosto, mancato rispetto percentuali seggi proporzionali e maggioritari), con il preciso scopo di blindare in parlamento alcuni partiti e di toglierci il diritto di scegliere i nostri rappresentanti. 


Con la legge Rosato (rosatellum) è stato eletto il Parlamento del 2018, che ha

  •  ridotto a 600 il numero dei Parlamentari ed
  •  approvata, in vista della riduzione, la legge 51/2019, per rendere applicabile la legge elettorale indipendentemente dal numero dei parlamentari. Legge che ha introdotto violazioni  anche degli articoli 3, 6, 48 e 51 della Costituzione.

Il 19 dicembre 2020, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo che introduce norme relative alla determinazione dei collegi uninominali e plurinominali per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. L’intervento ridisegna i collegi in conseguenza dell’entrata in vigore della legge costituzionale 19 ottobre 2020, n. 1, che ha modificato gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, riducendo da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 il numero dei senatori da eleggere a partire dalla prossima legislatura.

Se andremo a votare per il Parlamento con questa Legge, sarà la quinta volta che Camera e Senato verranno eletti con una legge elettorale incostituzionale, che nega la rappresentanza ai cittadini.

 

Come si è arrivati alla costituzione del Comitato

La situazione

Da ben 15 anni a noi cittadini è negato il pieno diritto di voto (leggi Breve storia delle leggi elettorali) e cioè di scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento: i parlamentari vengono fatti eleggere dalle segreterie di partito e sottostanno a un “patto di candidatura” che, una volta eletti, funzionerà come un vero e proprio vincolo di mandato, in sostanziale violazione del dettato costituzionale (Cost.Art.67).

I Parlamentari sanno bene infatti che, se vogliono sperare di essere rieletti, devono privilegiare gli interessi delle segreterie dei partiti che li hanno nominati, anziché l’interesse della Nazione che ciascuno di loro dovrebbe individualmente rappresentare, in totale libertà di coscienza.

In questa condizione noi cittadini elettori come anche i nostri rappresentanti eletti in Parlamento non contribuiamo a determinare la politica del Paese, che rimane in mano alle sole segreterie dei partiti e, per manifestare la nostra disapprovazione verso la politica delle segreterie, possiamo soltanto cambiare partito.

Il prezzo della mancanza di una reale e forte rappresentanza parlamentare dei cittadini è altissimo, sia sul versante della società civile che su quello politico:

  • un numero crescente di cittadini, ormai sfiduciati, si disinteressa della politica del Paese e nemmeno vota, mentre gli altri, a caccia di nuove risposte politiche o di altre ipotetiche utilità, votano di volta in volta partiti diversi indipendentemente dalle loro idealità: instabilità politica

  • senza il sostegno diretto dei propri elettori, un numero sempre maggiore di parlamentari “cambia casacca”, alla ricerca di coerenza con le personali convinzioni o solo per la “poltrona”, quale che sia il partito in grado di garantirgliela. Tutto ciò produce fragilità del sistema politico, irresponsabilità dei parlamentari e grandi difficoltà di pianificazione dello sviluppo del Paese: ingovernabilità.

Instabilità politica e ingovernabilità che viviamo da troppo tempo.


I partiti politici

I partiti politici si sono dimostrati incapaci di rappresentare la Nazione e, a ben vedere, sembrano ormai divenuti essi stessi vittime dell’enorme potere che si sono attribuiti con le leggi elettorali degli ultimi anni e che è gestito esclusivamente dalle “segreterie”.

La logica del “sistema elettorale” di liste bloccate al 100%, pluricandidabilità e voto congiunto, inaugurato nel 2005 dalla legge nota come Porcellum, ha indotto le segreterie dei partiti, chi più chi meno, a preferire i candidati vicini alle segreterie piuttosto che i candidati espressi dai territori.

In questo modo, i partiti hanno abdicato al ruolo di mediazione tra cittadini e istituzioni, hanno perso le radici popolari che storicamente ne hanno costituto forza e dinamismo, hanno perso la dialettica interna e la necessaria capacità di rinnovamento, risultando per lo più corpi estranei alla società e lontani dalla vita reale.


La riduzione del numero dei parlamentari e la rappresentanza

Dopo il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari tutti (sostenitori del SI’, sostenitori del NO, partiti di maggioranza e partiti di opposizione) hanno dichiarato che stabilità, governabilità e rispetto della nostra Costituzione democratica, debbano passare attraverso il ripristino della rappresentanza parlamentare. 

è stato anche dichiarato che il ripristino della rappresentanza parlamentare debba avvenire attraverso una nuova legge elettorale e questo di per sé è un giudizio esplicito sul fatto che la elettorale, nota come Rosatellum, col quale è stato votato l’attuale Parlamento non rispetta adeguatamente i requisiti della rappresentanza. è noto infatti che il Rosatellum ripropone, senza adeguate correzioni, le caratteristiche a causa delle quali la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionali le precedenti leggi note come Porcellum e Italicum.

Anche la legge elettorale in discussione, nota come Brescellum (dal nome del relatore onorevole Brescia), che adotta la formula proporzionale, ripropone le caratteristiche delle leggi precedenti.

Per correggere il Brescellum, molti propongono di “eliminare le liste bloccate” dimenticando che esse non hanno da sole tutta la responsabilità della mancanza di rappresentanza e una buona parte di essi propone di “reintrodurre le preferenze”, dimenticando che di per sé le preferenze non garantiscono la rappresentanza.

Anzi fino all’altro ieri, le preferenze venivano ritenute una ragione del degrado politico nella Prima Repubblica allo stesso modo in cui oggi si dice che le liste bloccate lo siano nella Seconda Repubblica.


Ad ogni modo, non solo non è stato raggiunto alcun accordo sulle modifiche da apportare alla proposta Brescellum ma anzi si riapre persino la discussione sulla stessa formula elettorale. Il risultato è che, in assenza di accordo sulla nuova legge elettorale, si prospetta da più parti la possibilità di tornare a votare con il Rosatellum ( per adeguarlo al numero ridotto dei Parlamentari) negando ogni dichiarazione fatta a favore del ripristino della rappresentanza.


Ripristinare e assicurare nel tempo la rappresentanza parlamentare

In relazione alle proposte in campo per ripristinare e assicurare nel tempo la rappresentanza, ricordiamo che:

  •   non basta eliminare le liste bloccate (*)
  •  non basta introdurre le preferenze
  •  non basta adottare semplicemente una formula proporzionale
  •  non basta nemmeno una buona legge elettorale


perché nessuna legge elettorale, a causa del suo rango di legge ordinaria, potrà mai impedire che d’ora in poi una qualsiasi risicata ed estemporanea maggioranza parlamentare possa approvare una nuova legge elettorale che violi i requisiti della rappresentanza e ci sottragga nuovamente il diritto di scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento.


Nell’attuale situazione politica, in cui si può persino temere di essere costretti a tornare in breve al voto con una legge fondatamente sospettata di essere incostituzionale, la preliminare verifica di legittimità costituzionale della legge elettorale da parte della Corte diviene prioritaria e urgente.


Infatti se si votasse con una legge elettorale priva della garanzia di legittimità costituzionale, tenuto anche conto della riduzione del numero dei parlamentari, potrebbe verificarsi il paradosso che: un Parlamento votato con una legge incostituzionale avrebbe il potere di modificare la Costituzione e per di più con limitate maggioranze relative. Questo metterebbe in serio pericolo la nostra stessa democrazia.


Ecco perché occorre agire presto ed in modo incisivo, ecco perché il Comitato per la rappresentanza parlamentare e tutte le organizzazioni che ne condividono lo scopo contano sull’attivo supporto di noi cittadini!


LA GARANZIA DI LEGITTIMITA’ DELLA LEGGE ELETTORALE

per noi cittadini significa

la garanzia del pieno diritto di voto

e di scelta non obbligata dei nostri rappresentanti in Parlamento

per i parlamentari e il Parlamento significa

garanzia di rappresentatività e possibilità di svolgere il mandato istituzionale.

Noi crediamo che la “garanzia di legittimità costituzionale della legge elettorale” sia un diritto dei cittadini, che dovrebbe essere assicurato da una specifica norma di legge dello Stato, che non esiste.

Abbiamo deciso di avviare le azioni legali “i ricorsi” in qualità di semplici cittadini per non essere costretti a votare di nuovo con una legge incostituzionale che viola il nostro pieno diritto di voto.

Dette azioni sono espressione dell’iniziativa di noi cittadini “soggetti rappresentati”, che intendiamo attuare, nell’unico modo che ci è concesso, ciò che abbiamo chiesto ai nostri rappresentanti in Parlamento con la petizione parlamentare del 15 ottobre 2020 (leggi la petizione)

I ricorsi per la “verifica della legittimità costituzionale della legge elettorale vigente” sono affidati all’esperienza e alla passione civica dall’avvocato Felice Carlo Besostri, che ha già coordinato quelli nei confronti del Porcellum e dell’Italicum, e saranno replicati nel maggior numero possibile di tribunali, almeno 40, in funzione dei fondi raccolti dal comitato PER LA RAPPRESENTANZA parlamentare.

Proponiamo a noi tutti di sostenere le azioni legali come comunità dei cittadini con la partecipazione attiva e il sostegno economico.

Con dette azioni legali promosse da noi cittadini avviamo la strada per restituire dignità al nostro Parlamento, alla politica e al nostro Paese perché il Parlamento è lo specchio del Paese e

un Parlamento migliore rappresenta un Paese migliore

teniamolo sempre a mente 


L'accordo per il Comitato

 Il Comitato per la Rappresentanza parlamentare è stato costituito a seguito di un accordo siglato fra l'Avvocato Felice Besostri e i promotori di "Viva il Parlamento":


QUI il Documento in PDF

"Viva il Parlamento" è un’iniziativa promossa da privati cittadini di varia estrazione culturale e di differenti simpatie politiche, che desiderano essere rappresentati in Parlamento e che farà quanto necessario e sufficiente affinché sia promulgata un’adeguata legge sulla rappresentanza parlamentare.

Una legge che stabilisca “regole della rappresentanza” capaci di restituire ai Parlamentari ed al Parlamento tutto la reale rappresentanza del Paese, attribuendo a dette regole un rango sufficiente a far sì che qualsivoglia legge elettorale debba poi farle proprie e rispettarle.

Crediamo che un Parlamento eletto con una legge elettorale priva della verifica di legittimità costituzionale possa rappresentare un serio rischio per la nostra democrazia.

Noi cittadini non possiamo permetterlo, cosicché, in attesa del Brescellum e in attesa che il Parlamento modifichi l’attuale ordinamento in considerazione della petizione parlamentare del 15 ottobre 2020, ci sentiamo in dovere di agire cominciando col chiedere che la Corte Costituzionale verifichi la legittimità costituzionale della legge vigente nell’unico modo consentito dall’attuale ordinamento, e cioè un complicato e onerosissimo ricorso alla Corte Costituzionale che per giunta non dà alcuna garanzia che l’istanza arrivi all’esame della Corte:

"in breve noi cittadini, per far valere il nostro pieno diritto di voto e non essere costretti a votare con una legge elettorale incostituzionale, siamo costretti a sostenere uno spropositato onere organizzativo e finanziario senza nemmeno avere la certezza che la nostra istanza verrà esaminata"

Il ricorso sarà coordinato dall’avv. Besostri sulla base dell’esperienza del Porcellum e secondo l’impostazione adottata per la legge nota come Italicum, che per la cronaca furono giudicate incostituzionali.

 

Il Comitato è stato fondato il 5 gennaio 2021 e si è dotato del seguente Statuto.

Lo Statuto del Comitato per la Rappresentanza parlamentare

 

STATUTO
Comitato Per la rappresentanza parlamentare

1. Denominazione
1.1. È costituito, ai sensi degli articoli 39 e seguenti del codice civile, un comitato denominato Per la rappresentanza parlamentare (di seguito il “Comitato”).
1.2. Il Comitato è aperto a successive adesioni da parte di persone fisiche, associazioni, fondazioni, enti e società.
1.3. Le proposte di adesione sono inoltrate da uno o più membri e deliberate dal Comitato di Gestione.

2. Sede e Durata
2.1. Il Comitato ha sede in Milano, viale Premuda 46 presso il dott. Pierluca Princigalli.
2.2. La variazione di sede è deliberata dal Comitato di Gestione.
2.3. Il Comitato avrà durata fino al raggiungimento del proprio scopo e comunque non oltre il 31 dicembre 2022, fatta salva la possibilità di prorogarne la durata con il consenso dei due terzi dei membri del Comitato di Gestione.

3. Scopo e Attività
3.1. Il Comitato:
  • non ha scopo di lucro e promuove attività e obiettivi comuni attraverso strumenti e progetti condivisi;
  • condivide il principio che la “garanzia di costituzionalità” preventiva a favore della legge elettorale sia condizione necessaria affinché non avvenga di nuovo che un Parlamento eletto con una legge incostituzionale abbia il potere di modificare la Costituzione mettendo a rischio la vita democratica del nostro Paese;
  • condivide il principio che la richiesta di detta garanzia di costituzionalità sia occasione per promuovere e ottenere una legge sulla rappresentanza quale soluzione alternativa a quella di promuovere il rango della legge elettorale da ordinario a costituzionale. 
  • In particolare, il Comitato intende promuovere la raccolta di fondi, anche attraverso campagne di crowdfunding, per contribuire al finanziamento delle spese relative alle azioni di natura giuridica e alle relative azioni di comunicazione pubblica, mirate ad ottenere il risultato che “qualsivoglia legge elettorale possa essere applicata a condizione che abbia preventivamente superato la verifica di costituzionalità da parte della Corte Costituzionale”.
3.2 Il Comitato potrà inoltre svolgere tutte le attività connesse o accessorie a quelle sopra elencate per il raggiungimento del proprio scopo.

4. Patrimonio e finanziamento delle attività

4.1. Il Comitato non costituirà un suo patrimonio 
4.2. Il Comitato finanzierà la propria attività attraverso i proventi della raccolta di fondi promossa per la realizzazione dello Scopo del Comitato. 
4.3. Il Comitato può ricevere dai propri membri somme a titolo di finanziamento temporaneo. Tali finanziamenti dovranno essere sempre non fruttiferi di interessi e si intenderanno postergati al pagamento delle altre obbligazioni assunte dal Comitato. 
4.4 Le somme raccolte per il conseguimento dello scopo del comitato non entrano a fare parte del patrimonio del comitato. Del loro utilizzo verrà dato atto con idonea rendicontazione opportunamente certificata da un revisore contabile indipendente al momento della cessazione del Comitato.

5. Organi

5.1. Sono organi del Comitato:
  • il Comitato di Gestione;
  • il Presidente e il Vicepresidente;
  • l’Organo di Revisione, se nominato.

6. Comitato di Gestione

6.1. Il Comitato di Gestione, nominato inizialmente nell’atto costitutivo, è composto dai soggetti che hanno costituito il comitato. 
Due tra i componenti del comitato di gestione assumono l’incarico di Presidente e Vicepresidente e durano in carica per la durata del mandato del Comitato di Gestione e comunque per non più di un triennio. 
I membri del Comitato di Gestione durano in carica sino a decadenza, dimissioni o esclusione. 
6.2 Competono al Comitato di Gestione tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, compresa la cooptazione di nuovi membri che, possedendo caratteristiche idonee d’ammissibilità e, condividendone le finalità, intendano contribuire al Comitato; il Comitato può delegare al Presidente o a uno dei propri membri lo svolgimento di determinati atti o categorie di atti.
6.3. Nessun compenso è dovuto ai membri del Comitato per lo svolgimento di tale incarico.
6.4. Il Comitato si riunisce tutte le volte che il Presidente lo ritenga necessario o ne sia fatta richiesta da almeno uno dei suoi membri.
6.5. Il Comitato è convocato dal Presidente mediante l’invio ai membri del Comitato e al Revisore se nominato con qualsiasi strumento che ne garantisca la ricezione, di un avviso contenente data e luogo dell’adunanza oltre all’elenco delle materie da trattare; gli avvisi devono essere recapitati agli interessati almeno 5 giorni o, in caso d’urgenza almeno ventiquattro ore, prima dello svolgimento dell’adunanza.
Saranno valide le riunioni del Comitato, anche se non convocate con le modalità indicate, quando siano presenti tutti i componenti.
6.6. Per la validità delle deliberazioni occorre la presenza della maggioranza dei membri del Comitato, ad esclusione delle delibere di cui al successivo articolo 10 per le quali è richiesta la presenza di tutti i membri e il voto favorevole dei due terzi dei presenti.
In caso di parità prevale il voto del Presidente.
6.7. Le riunioni del Comitato sono presiedute dal Presidente o in caso di sua assenza dal Vicepresidente ovvero in caso di assenza anche di quest’ultimo dalla persona designata dagli intervenuti; delle stesse viene redatto verbale che, sottoscritto dal Presidente e dal segretario della riunione all’uopo designato dal Presidente, viene trascritto su apposito libro.
6.8. Le riunioni del Comitato si possono svolgere anche mediante mezzi di telecomunicazione, alle seguenti condizioni di cui si darà atto nei relativi verbali:
  • che sia consentito al Presidente della riunione di accertare l'identità degli intervenuti, regolare lo svolgimento della riunione, constatare e proclamare i risultati delle votazioni;
  • che sia consentito al soggetto verbalizzante di percepire adeguatamente gli eventi della riunione oggetto di verbalizzazione;
  • che sia consentito agli intervenuti di partecipare alla discussione ed alla votazione simultanea sugli argomenti all'ordine del giorno, nonché di visionare, ricevere o trasmettere documenti;
  • che nell’avviso di convocazione siano indicati i luoghi in cui è attivo il collegamento.
Verificandosi tali presupposti, la riunione si ritiene svolta nel luogo ove sono presenti il presidente della riunione e il soggetto verbalizzante.
6.9. I membri del Comitato decadono a seguito di annullamento, interdizione, inabilitazione o condanna per reati comuni in genere, ad eccezione di quelli di natura colposa, ovvero sono esclusi per condotta contraria alle leggi, all'ordine pubblico ed agli scopi del Comitato. La decadenza o l’esclusione sono pronunciate dal Comitato a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
6.10. Il Comitato di gestione entro il 30 giugno di ogni anno è tenuto a trasmettere a tutti i membri del Comitato il bilancio approvato unitamente ad una relazione sulle attività svolte, a pubblicarli per non meno di 60 giorni su un sito Web accessibile a tutti coloro che abbiano contribuito alle raccolte fondi, e a pubblicizzarne l'indirizzo Web tramite gli stessi canali telematici utilizzati per la richiesta di contribuire. 

7. Presidente e Vicepresidente 

7.1. Il Presidente del Comitato di Gestione è il legale rappresentante del Comitato; cura l’esecuzione delle delibere e nei casi di urgenza può esercitare i poteri del Comitato di Gestione, salvo ratifica da parte di questo ultimo alla sua prima riunione.
7.2. Il Presidente e il Vicepresidente sono nominati dal Comitato di Gestione, tra i propri componenti, nella prima seduta e restano in carica fino alla scadenza del Comitato che li ha eletti e possono essere rieletti.
7.3. Il Presidente convoca e presiede le riunioni del Comitato di Gestione, ne cura l'esecuzione delle deliberazioni e, inoltre, assolve normalmente funzioni di coordinatore dei lavori del Comitato. 
7.4. In caso di assenza o di impedimento del Presidente, le relative funzioni sono esercitate dal Vicepresidente. La firma del Vicepresidente fa prova nei confronti dei terzi dell’assenza del Presidente. 
7.5. Nel caso l’assenza del Presidente o del Vicepresidente si protragga per un periodo di tempo tale da ostacolare il normale svolgimento delle attività, si provvederà alla votazione per eleggere un sostituto, anche prima della decorrenza dei termini indicati.

8. L’Organo di Revisione 

8.1 Il Comitato di Gestione può deliberare la costituzione di un Organo di Revisione, monocratico o collegiale.
8.2 L’Organo di Revisione è scelto tra gli iscritti nel Registro dei Revisori Legali.
8.3 L’Organo di Revisione dura in carica fino al termine di durata della società e in caso di sua proroga per tre esercizi ossia sino all’approvazione del bilancio consuntivo relativo al terzo esercizio successivo alla sua nomina ed è riconfermabile.
8.4 L’Organo di Revisione è incaricato del controllo della regolarità dell'amministrazione e della contabilità del Comitato, predispone le relazioni ai bilanci consuntivi e preventivi, ne riferisce al Comitato di Gestione ed effettua le verifiche di cassa. L’Organo di Revisione è sempre invitato, e può assistere, alle riunioni del Comitato di Gestione e del Comitato. 

9. Disposizioni contabili 

9.1. L’esercizio contabile ha inizio il 1° gennaio e si chiude il 31 dicembre di ogni anno.
9.2. Entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio, il Comitato di Gestione approva il bilancio consuntivo dell’esercizio precedente ed entro il 30 novembre di ogni anno quello preventivo dell’esercizio successivo. 
9.3. Gli utili e gli avanzi di gestione devono essere destinati allo svolgimento delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse. 
9.4. É vietata la distribuzione, anche in modo indiretto, di utili, avanzi di gestione, fondi, riserve e capitali durante della vita del Comitato, a meno che la distribuzione o la destinazione non siano imposte per legge.

10. Scioglimento e destinazione del patrimonio 

10.1 Nel caso in cui lo scopo del Comitato venga raggiunto o si verifichi che non possa essere raggiunto il Comitato di Gestione potrà deliberarne lo scioglimento, provvedendo alla nomina di uno o più liquidatori e alla devoluzione del patrimonio residuo e delle eventuali eccedenze attive risultanti dal bilancio di liquidazione dopo il pagamento di ogni passività a favore di altri enti aventi finalità affini o analoghe.
10.2 Le delibere di cui al punto precedente dovranno essere assunte con il voto di due terzi dei componenti.

11. Norma finale 

11.1. Per tutto quanto non contemplato nel presente statuto, valgono le disposizioni di legge vigenti.


Contattaci

Comitato per la rappresentanza parlamentare 

Milano - Viale Premuda, 46 (presso Dott. Pringigalli)
Codice Fiscale 97884710159

E mail:
perlarappresentanza@gmail.com

Sito:
perlarappresentanza.it

Blog:
perlarappresentanza.blogspot.com

Grazie a Ro Marcenaro

Un ringraziamento sentito e commosso al compianto amico Ro Marcenaro, per averci permesso di utilizzare le sue splendide vignette a illustrazione della Costituzione (tutte visibili QUI).

Questa la lettera che aveva scritto a uno di noi, in risposta alla richiesta di poterle proiettare durante una manifestazione:

...

Subject: Con un adeguato proiettore, sì

Per me è un onore contribuire alla vostra iniziativa  a favore di una seria legge elettorale, pertanto non ci sono limiti alla proiezione dei miei disegni sulla Costituzione.